Post by SimboloCiao,
sul Corriere di oggi c'è un trafiletto in cui si legge che sarebbe
crollata una delle Cinque Torri a Cortina. Ne sapete qualcosa?
Eh, purtroppo è vero:
"Da questo sito:
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=1927708&Luogo=Nordest&Pagina=1
Cortina d'Ampezzo
NOSTRO SERVIZIO
La Torre Trephor non c'è più. Le Cinque Torri di Cortina non sono più le
stesse; una delle tante guglie di pietra del gruppo è caduta, nel
silenzio, forse di notte. Se ne sono accorti gli alpinisti più affezionati
a quelle pareti, a quelle vie. La notizia è scesa in paese venerdì sera, è
arrivata nel tendone in cui la gente stava salutando gli Scoiattoli, il
gruppo di alpinisti in procinto di partire per il K2, sulle orme di Lino
Lacedelli, il più famoso di loro. All'inizio si pensava a uno scherzo, ma
ieri sono saliti in tanti per verificare. Il primo è stato Lorenzo
Lorenzi, figura storica dell'alpinismo e del soccorso alpino di Cortina,
proprietario del rifugio sorto una trentina d'anni fa accanto alle Cinque
Torri; un rifugio che non poteva che intitolare agli Scoiattoli.
«La Trephor era la più bassa di tutte, era una guglia di roccia che
poggiava su un piano inclinato, di detriti, da cui è scivolata, cadendo
sul versante che guarda Cortina. Si è rotta in alcuni pezzi. Sono stato a
vederla e fa una certa impressione. Adesso si vedono perfettamente le vie
per l'arrampicata sportiva, tracciate con gli spit, solo che sono in
orizzontale; per percorrerle dovresti andar via per la roccia in pancia.
E' caduta sul sentiero che porta verso le trincee della Prima guerra
mondiale, che hanno sistemato gli anni passati».
Lei naturalmente era salito spesso su quella torre?
«Ma certo! E mi dispiace che non ci sia più: lì sopra c'erano delle vie
nuove, per l'arrampicata sportiva, ma anche dei percorsi classici. Per
scendere sino a terra non bastava una corda, quindi era sicuramente più
alta di 40 metri. Era particolare, a forma di fungo, più larga verso
l'alto, con la base più stretta. Questo crollo non è eccezionale:
l'autunno scorso sono precipitati molti massi, grossi fino a un paio di
metri cubi l'uno, caduti dalla Torre Grande, dalla spaccatura che la
taglia in due. Nel caso della Trephor credo sia caduta il 1° giugno, non
prima, perché è sopra la neve e l'ultima nevicata, quassù, è venuta a fine
maggio».
Un ricordo e una riflessione anche da parte di Franco Gaspari, guida
alpina e tecnico del soccorso alpino.
«Era una torretta minore, staccata dalle altre, da Cortina non la si
vedeva, perché era dominata da quelle più grandi, alle sue spalle, ma è un
peccato lo stesso. Sono salito verso la Tofana, di fronte, dall'altra
parte della valle, per vederla, con un potente binocolo; l'ho vista a
terra, a pezzi. Da quello che ho capito ha ceduto il terreno sul quale
poggiava: le Cinque Torri sono blocchi di Dolomia sopra uno strato di
argille "raibliane". Non avevo mai visto una cosa del genere, anche se
crolli ce ne sono sempre stati, da quelle parti. Una decina d'anni fa si
schiantò un campanile di una quindicina di metri, sul versante ovest del
gruppo, verso il rifugio Scoiattoli, ma era molto più piccolo di questa
torre. E' un peccato che non ci sia più, perché era molto frequentata,
molto apprezzata soprattutto dagli appassionati di arrampicata sportiva,
c'erano delle vie molto tecniche».
CORTINA D'AMPEZZO - La storia alpinistica della Torre Trephor comincia a
delinearsi negli anni Venti del secolo scorso. Il 27 settembre 1927
raggiungono la sua sommità tre alpinisti di Cortina: sono Angelo Dibona,
simbolo delle guide alpine ampezzane, ormai prossimo ai cinquant'anni,
assieme ai due giovani Angelo Verzi e Luigi Apollonio. Per conquistarla,
però, usano un espediente: salgono su una roccia adiacente, da dove
lanciano un cordino, per una quindicina di metri, e creano una teleferica.
Passa per primo Verzi, il quale poi aiuta gli altri due a salire lungo lo
strapiombo sul lato ovest. Un po' come si vede nelle spettacolari immagini
della Guglia De Amicis, dalle parti di Misurina, ma in scala minore.
Nel 1939 è Pietro Apollonio a salire, vincendo uno dei lati più ostici del
"fungo". Negli anni Sessanta si registrano nuove imprese alpinistiche, su
quelle lastre vertiginose: il 29 agosto 1969 vi sale Paolo Michielli
"Strobel", che oggi gestisce un rifugio proprio lì sotto, accanto alla
strada del Falzarego. In cima a quella guglia arriva anche Marino Bianchi,
prima della prematura scomparsa.
Cambiano i tempi, mutano le mode, via gli scarponi e i calzoni alla zuava,
spazio alle scarpette e ai colorati abbigliamenti dei climbers: negli
ultimi anni arrivano gli spit a donare emozioni e sicurezze nuove e
diverse, faticate dagli appassionati di arrampicata sportiva, che trovano
nelle Cinque Torri mille palestre naturali, comodamente raggiungibili. I
tasselli ad espansione segnano almeno quattro vie, con difficoltà che
raggiungono gradi elevati, fino al 6C+. Ma adesso, su quel che resta di
quelle vie, ci si può camminare in orizzontale, con le pedule.
Marco Dibona "
Ciao,
A.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it